La enorme pressione esercitata dal fisco sul settore immobiliare italiano nel 2014 supererà l’enorme cifra di 52 miliardi di euro. Da quando è iniziata la crisi la tassazione su case, negozi, uffici e capannoni è cresciuta di 10 miliardi, secondo i dati elaborati dalla Cgia.
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“Se in questi ultimi otto anni il prelievo legato alla redditività degli immobili è rimasto pressochè uguale – afferma Bortolussi, segretario Cgia – quello riferito ai trasferimenti di proprietà è addirittura sceso del 23%, a seguito della fortissima crisi che il mercato immobiliare ha subito in questi ultimi anni. Solo il gettito riconducibile al possesso dell’immobile ha subito un vera e propria impennata: dal 2007 ad oggi è cresciuto del 78%. Tra l’Imu, la Tasi e il nuovo prelievo sui rifiuti, quest’anno pagheremo quasi 31 miliardi di euro”.
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Secondo Bortolussi l’importo “incide sul prelievo totale per quasi il 60%. Tenendo conto di tutto il sistema fiscale che grava sul mattone, nel 2014 i proprietari di immobili pagheranno quasi 3 miliardi in più rispetto al 2013. Una buona parte di questo aumento va addebitato all’introduzione della Tasi che appesantirà il prelievo fiscale soprattutto sui proprietari di seconde e terze case e su quelli che possiedono un immobile ad uso produttivo”.
La Cgia rammenta che negli ultimi 8 anni il prelievo sui rifiuti è aumentato del 66% e l’imposta sugli immobili ha fatto salire il carico fiscale del 53%. Se nel 2007 lo Stato aveva incassato 106 milioni di euro, nel 2014 il gettito previsto arriverà a 520 milioni di euro.