Mutui ristrutturazione, alla scoperta dei migliori di luglio

Avete intenzione di accedere a un mutuo per la ristrutturazione della vostra abitazione? Allora uno dei consigli migliori da seguire è senz’altro quello di provvedere a dare un’occhiata alle offerte più interessanti che sono presenti in questo periodo del tutto particolare. In effetti, di soluzioni sul mercato ce ne sono diverse, ma la cosa migliore da fare è quella di orientarsi solo ed esclusivamente su quelle maggiormente vantaggiose.

Scendono le richieste di mutui. Mercato rallenta

Il mercato del credito sulle abitazioni rallenta, nonostante in questo periodo ci siano i tassi più bassi di sempre. Si tratta dei dati pubblicati da Il Sole 24 Ore, che evidenzia una contrazione, seppur lieve, nelle richieste di mutuo.

La situazione

Si tratta dei dati del primo semestre dell’anno, che vedono una discesa sia dei tassi, che dei prezzi e delle richieste di mutuo. Le case costano meno, così come i finanziamenti, ma il mercato rallenta, pur segnalando una certa stabilità. È presto per gridare alla contrazione, ma il dato contrasta con l’accessibilità ai finanziamenti, che non presenta problemi. Anzi, sono molte le agevolazioni per far sì che anche chi ha poche possibilità, possa permettersi di acquistare casa.

In realtà è la congiuntura economica a frenare il mercato. L’ultimo anno l’incertezza è aumentata, perché l’Italia si trova a far fronte ad un rallentamento economico. I primi mesi dell’anno sono stati di recessione tecnica, e la precarietà al lavoro non è diminuita, almeno nella percezione, anche se sono aumentati i contratti a tempo indeterminato.

Un altro grande problema è il reddito, che nel nostro paese stenta a decollare, rispetto al resto dell’Europa, che sta lentamente tornando ai livelli pre-crisi. Intanto i prezzi degli immobili sono diminuiti dello 0,6% nel primo tromestre del 2019.

Cosa scegliere tra mutuo e affitto? La risposta sembra ovvia

Tante volte, chi è in affitto, pensa che con tutti i soldi pagati per avere una casa non propria, avrebbe potuto acquistarne una con il mutuo. Ma non è una scelta così facile, anche se i tassi molto bassi degli ultimi anni hanno certamente fatto propendere più per il mutuo. Chiaramente quando si ha la possibilità di richiederlo, altrimenti vien da sé che l’affitto resta l’unica soluzione.

Mutuo o affitto

Ma cosa fare se invece abbiamo la possibilità di richiedere il finanziamento? Il mutuo ci mette nella condizione di avere una sicurezza lavorativa, che non è intesa solo come discorso economico. Infatti, prendere una casa di proprietà dove vivere, presuppone sempre una certa stabilità nella sede lavorativa. Non bisogna insomma fare una professione in cui si prevede di spostarsi abbastanza frequentemente. A meno che non si sia disposti ad affittare quella casa, con tutti gli oneri e i problemi connessi.

Per il mutuo poi, c’è sempre da considerare l’anticipo, che vi proverà di una somma considerevole. l’affitto sembra a volte, una soluzione più comoda, specie se non si hanno dei risparmi. Inoltre, vi permette di evitare alcune spese che sono a carico del proprietario, come alcune tasse e la manutenzione. A proposito, se invece dovete comprare l’immobile, attenzione allo stato dello stabile, per non avere appunto, delle spese straordinarie.

Oggi, con gli affitti a canone concordato e bloccato, si possono risparmiare molti soldi. Ricordiamo però il grande vantaggio di mutui a tassi molto bassi.

FIAIP: nell’acquisto di una casa affidati ad un agente immobiliare

L’acquisto di una casa è certamente una delle operazioni economiche più importanti nella vita. Prima di avventurarsi in questa decisione bisogna fare attenzione a molti aspetti per evitare di non incorrere in una sonora fregatura.

Per prima cosa bisogna affidarsi ad un agente immobiliare professionale, l’unico che garantisce e assicura che in fase di compra/vendita non ci sia nessun tipo di truffa.

Per sensibilizzare i cittadini verso questa tematica e sulle numerose truffe in cui ognuno di noi può incorrere sia sul web che tramite finti agenti immobiliari, la FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) ha lanciato ad ottobre una campagna di comunicazione digitale.

L’iniziativa ha come pilastro centrale tre video, ciascuno da 45 secondi, in cui vengono raccontate tre storie tipo e altrettante situazioni differenti.

I video mettono in guardia i consumatori poco attenti dai rischi in cui possono ritrovarsi solo perché pensano di voler “risparmiare” e “raggiungere velocemente l’obiettivo” nel momento in cui vogliono acquistare una casa, vendere un immobile e/o affittare un locale commerciale. Contesti diversi che, comunicano al target i pericoli della disintermediazione immobiliare.

In occasione della presentazione a Roma della campagna che tutela i cittadini dalle trattative “fai da te” il Presidente Nazionale Fiaip Gian Battista Baccarini ha sottolineato come la Federazione “ha sempre lavorato per creare un circuito di sicurezza nella compravendita immobiliare, circuito che dovrebbe vedere uniti tutti gli attori della filiera contrattuale”.

“Da sempre – ha aggiunto – lavoriamo per unire le varie figure professionali che accompagnano il cliente nel percorso precontrattuale e in quello dei trasferimenti. Due fasi molto diverse che però avrebbero bisogno di essere integrate”.

Per questa prima campagna digitale di comunicazione, diretta al cittadino in genere e al cliente in particolare, FIAIP vuole comunicare in maniera moderna e infatti gli short video sono pubblicati sui social network. Si tratta della giusta strategia in quanto i video diventano virali con conseguente aumento della visibilità, che garantisce così di sensibilizzare il maggior numero di utenti sui rischi del “fai da te”.

“Chi promette al mercato di fornire valutazioni veritiere – ribadisce più volte la Federazione -, basandosi per le valutazioni immobiliari su algoritmi di cui nessuno conosce i codici, molto probabilmente non sa o non vuole sapere che la valutazione del bene casa è molto complessa, e che ogni unità immobiliare è diversa l’una dall’altra. Massificare le valutazioni può esser utile per le start up del web che vogliono svolgere le funzioni degli agenti immobiliari, ma non certo alle famiglie italiane che nell’acquisto della loro casa, mettono i risparmi di una vita”.

Di seguito gli altri 2 video della campagna

Banca Popolare di Bari respinge le sanzioni della Consob

Banca Popolare di Bari respinge le sanzioni della Consob

Banca Popolare di Bari respinge le sanzioni deliberate dalla Consob a metà settembre. “Riteniamo le sanzioni – afferma la Popolare di Bari – non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo e pertanto ingiuste”.

L’istituto di credito pugliese in un comunicato stampa presente sul sito illustra le motivazioni per cui non accetta i procedimenti della Consob e comunica di voler “continuare a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”.

La Consob il 13 settembre aveva approvato due delibere in merito a presunte violazioni riscontrate nei periodi tra il 2014-16 presso la Banca Popolare di Bari. Contenuto reso noto nei giorni scorsi dai media e su cui la Banca esprime “sorpresa e rammarico per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

La Banca precisa inoltre che non c’è stato nessun blocco da parte della Consob alla vendita di azioni, così come le sanzioni state comminate a “circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.

La Popolare di Bari considera la decisione della Consob “non fondata nel merito”, decisione che per la Banca riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.

“La decisione – puntualizza l’istituto di credito – non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.

“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – aggiunge – , già il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016”.

La Banca fa sapere inoltre che “aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.

Inesistente secondo la Banca anche “il fenomeno dei finanziamenti baciati” e questo è confermato anche dalle “risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.

“Le indagini interne – sottolinea Banca Popolare di Bari – hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.

La Banca, oltre a ritenere di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, ritiene di aver subito un provvedimento sanzionatorio “a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.

Investire nel settore immobiliare con soli 50 euro? Con Housers si può!

Investire in un immobile senza avere grandi capitali? È possibile grazie al crowdfunding immobiliare. Un sistema di investimento che finalmente è sbarcato anche sul territorio italiano. Si tratta di una piattaforma del tutto rivoluzionaria per le abitudini nostrane, ma che sta già raccogliendo diversi consensi. La piattaforma spagnola in questione si chiama Housers ed è legata al lending crowdfunding real estate.

Se in altri Paesi Housers dal 2015 ad oggi ha già coinvolto la bellezza di più di 65 mila utenti, le premesse anche in Italia sembrano positive. In poche parole, chiunque ha la possibilità di investire su uno o su vari asset. Con quali capitali? Non servono cifre astronomiche, l’investimento minimo parte da 50 euro. Si tratta certamente di un esperimento del tutto innovativo per il nostro paese e di conseguenza dovrà essere testato ancora per qualche tempo.

Come funziona questa piattaforma? Housers offre un sistema di investimento sicuro e molto semplice da utilizzare. Online gli utenti, dopo aver portato a termine la registrazione, potranno trovare gli immobili che si potranno finanziare. Tali immobili sono in vendita e Housers opera da intermediario tra gli utenti che sceglieranno quanto e come investire e una società terza che ha in mano la gestione dei capitali raccolti. Quindi, saranno i vari investitori online a permettere il raggiungimento della cifra prefissata per l’acquisto. Nel caso in cui tale quota venga effettivamente toccata, la società conclude l’acquisto dell’immobile e, in un secondo momento, nell’eventualità, effettua anche i lavori di ristrutturazione, per poi mettere in affitto l’appartamento. E il tasso di rendimento per l’investitore? Si aggira intorno al 3,80%.

Dal punto di vista strategico, l’obiettivo di questa nuova piattaforma è quello di ampliarsi a livello internazionale e l’ottimo esordio italiano ha dimostrato come la crescita possa essere anche rapida, grazie anche a rendimenti decisamente interessanti. Come ha sottolineato adeguatamente il CEO Giovanni Buono, lo scopo è quello di arrivare a superare la soglia dei 30 mila utenti nel corso del prossimo anno, toccando anche i 10 milioni di euro tra 35 immobili proposti in tre città italiane, ovvero Torino, Roma e Milano.

La Banca Popolare di Bari alle prese con gli organi di informazione

La Banca Popolare di Bari vive oggi una situazione a dir poco paradossale: da oltre 15 giorni, è vittima di «sistematici e preordinati attacchi di stampa tanto falsi quanto diffamatori, il cui contenuto trascende i limiti del legittimo esercizio del diritto di cronaca e della corretta informazione».

Colpevoli i media, che diffondono notizie non sempre veritiere e spesso in grado di danneggiare l’istituto bancario. Non si capiscono tuttavia, le reali motivazioni: perché questi attacchi? C’è forse qualcuno che intende danneggiare il gruppo creditizio?

La BPB evidenzia come, in “Affari e Finanza”, ’inserto di economia de “La Repubblica”, con errori tecnici alquanto grossolani, siano stati pubblicati articoli che provocano «un infondato allarmismo tra gli investitori, obbligazionisti e depositanti, mettendo, in modo ingannevole e senza fondamento, in discussione la solidità della Banca»; in particolare, sono stati considerati indebiti i riferimenti alla vicenda delle banche venete e, impropri ed offensivi, gli accostamenti con il culto del Santo Patrono della città di Bari.

L’Istituto Bancario si è visto costretto ad agire per vie giudiziarie per tutelare la propria immagine agli occhi di tanti risparmiatori che, negli anni, gli hanno relegato la massima fiducia. La nota di stampa prodotta e pubblicata sul sito ufficiale della Banca Popolare di Bari, è stata inviata anche alla CONSOB.

Link alla nota di stampa

Crif, nel 2015 mutui in crescita del 4%

In base a quanto notificato all’interno dell’ultimo rapporto Osservatorio Assofin-Crif-Prometeia, durante i primi mesi dell’anno il numero dei mutui finalizzati all’acquisto della casa è in aumento del 4,7% in confronto al 2014.

Mutui, con la bassa erogazione aumento il rischio usura

Le banche negli ultimi due anni hanno elargito a famiglie e imprese quasi 100 miliardi di euro in meno. Con meno soldi a disposizione e la disoccupazione in crescita, il rischio usura prende volumi sempre più inquietanti al Sud: principalmente in Campania, Calabria e Abruzzo. Ad affermarlo è la Cgia di Mestre che evidenzia come tra la fine del 2011 e del 2013 il calo delle collocazioni bancarie per le famiglie è stata di 9,6 miliardi (-1,9%), mentre le imprese hanno registrato un calo di 87,6 miliardi (-8,8%).

Come surrogare il mutuo e ottenere liquidità aggiuntiva

Per Giuseppe Bortolussi, il segretario della Cgia, “oltre agli effetti della crisi economica e al calo della domanda di credito questa forte riduzione dell’erogato è stata dovuta anche al deciso aumento delle sofferenze bancarie che a giugno di quest’anno ha toccato la cifra record di 168 miliardi di euro”. “Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria – afferma Bortolussi – non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura: le segnalazioni, purtroppo, sono ancora molto poche”.

Secondo la Cgia nelle zone dove c’è maggiore disoccupazione, alti tassi di interesse, sofferenze più rilevanti, pochi sportelli bancari e tanti protesti, il contesto è indiscutibilmente a rischio. Pertanto, riguardo ad un indicatore nazionale medio pari a 100 – secondo la Cgia -, la condizione più critica si mostra in Campania: l’indice del rischio usura è pari a 164,3 (pari al 64,3% in più della media Italia), in Calabria a 146,6 (46,6% in più rispetto alla media nazionale), in Abruzzo si attesta a 144,6 (44,6% in più della media Italia). In  Puglia a 139,4 (39,4% in più della media nazionale) e in Sicilia il livello tocca quota 136,2 (36,2% in più della media Italia).

Come funziona la nuova revisione del catasto

La Camera del Senato italiano, ha presentato la promulgazione all’articolo due della delega fiscale inerente alla revisione della normativa che regola il catasto. Ora quindi il valore catastale e la categoria non sarà più elaborata  ai vani, sul numero di stanze, ma bensì sui metri quadrati.

Il peso fiscale in Italia non attira gli investitori

La enorme pressione esercitata dal fisco sul settore immobiliare italiano  nel 2014  supererà l’enorme cifra di 52 miliardi di euro. Da quando è iniziata la crisi la tassazione su case, negozi, uffici e capannoni è cresciuta di 10 miliardi, secondo i dati elaborati dalla Cgia.