Il Debito corre trainato dai Mutui: cosa significa?

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Le notizie bisogna saperle leggere. Prendiamo, come emblematico, il caso che ci accingiamo ad illustrarvi: i debiti delle famiglie italiane sono stati definiti “in forte crescita” dalla Banca d’Italia, ma il dato può essere considerato – almeno a nostro avviso – allarmante solo a metà. Partiamo, come sempre è d’obbligo fare in questi casi, da alcuni dati numerici, oggettivi per definizione: a luglio 2010, secondo quanto rilevato dall’istituto di Via Nazionale, i prestiti complessivi alle famiglie sono arrivati a quota 579,478 miliardi, con un +20,78% rispetto ai 479,777 miliardi dello stesso mese dell’anno scorso. Valori che possono essere considerati molto preoccupanti, se letti così, ma che nascondono una realtà se non più rosea almeno decisamente più composita.

Partiamo, ad esempio, dalla scomposizione del dato dei prestiti in mutui, cioè finanziamenti a lungo termine e di importo rilevante, e finanziamenti personali di più vario genere, contratti dai risparmiatori per l’acquisto dei beni più disparati (automobili, arredamento, ma anche piccoli elettrodomestici e gadget hi-tech) benché per importi molto meno pesanti: sebbene l’impressione suggerisca che questi ultimi non sono debiti preoccupanti, la realtà vuole che uno che non sia in grado di acquistare un telefonino certo non sarà neppure nelle condizioni di fare operazioni più rilevanti, e forse sarà pure in difficoltà nel rimborso del debito.

Discorso diverso per i mutuatari, la metà degli indebitati d’Italia oltreché il motore trainante della crescita del debito con un incremento del 26,95% rispetto ai 270,148 miliardi dello stesso mese del 2009, a quota 342,956 miliardi. Come a dire, insomma, che se il dato “secco” può dare una certa impressione, la sua scomposizione può suggerire invece l’attenzione dei risparmiatori del BelPaese per l’investimento, specie in un periodo di crisi – come è questo – in cui vale la pena di investire anche a costo di qualche sacrificio, in vista dell’acquisto di beni durevoli che si rivaluteranno con il tempo.