Euribor ai massimi da luglio 2009, “normalizzazione” vicina e mutui a tasso variabile in crescita

Spread the love

“Normalizzazione”: non fate come quelli che, egoisticamente, assecondano la “sindrome NIMBY” (Not in My Back Yard, ossia “non nel mio giardino”) e vedono in questa parola il rischio di nuovi costi, che pure ci saranno, e perdita di qualche genere di privilegio; “normalizzazione” deve essere necessariamente un concetto positivo, dacché è da definirsi “normale” tutto ciò che si caratterizza per prevedibilità. Trattandosi di argomento economico, poi, la prevedibilità è addirittura un valore aggiunto, il sintomo di una fase convulsa che si avvia alla conclusione, verso la “normalità”. Orbene: sappiate che il tasso Euribor, valore interbancario europeo rispetto al quale avviene il calcolo degli interessi applicati ai mutui a tasso variabile, si sta “normalizzando” attorno alla quota dell’1%, che poi è il tasso di riferimento monetario imposto all’Euro dalla Banca Centrale Europea.

“Normalizzazione” che passa attraverso una salita dell’Euribor, quindi un aumento dell’interesse dovuto da tutti i mutuatari, ossia maggiori spese a loro carico. Ecco perché abbiamo parlato di “sindrome NIMBY”: si può essere scontenti perché nel proprio orticello i costi sono aumentati, oppure guardare alla foresta di un’economia che, pur tra mille difficoltà, sta provando a tornare a correre, con conseguenze positive per ciascuno di noi.

Andando al dato più puramente economico, c’è da segnalare che sul mercato interbancario prosegue la salita dei tassi Euribor: venerdì scorso, ad esempio, l’Euribor a tre mesi è salito a 0,993%, 6 millesimi di punto percentuale in più rispetto al 0,987% del giorno precedente; si tratta del dato più alto da quasi un anno e mezzo a questa parte, se pensiamo che l’ultima rilevazione così “alta” risale al 13 luglio del 2009. Il tasso Euribor a 3 mesi, tra le scadenze più significative del mercato dei mutui, si avvicina così al livello del tasso di riferimento (Refi) della Bce, fissato da 17 mesi all’1%. Secondo gli operatori, la vera “normalizzazione” si avrà quando tutte le scadenze dei tassi Euribor saranno sopra l’1%.