Mutuo ed evasione fiscale

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Anche se il mutuo richiesto è più alto di quello che il fisco ha immaginato, non necessariamente si configura il reato di evasione fiscale.

A spiegare la dinamica dell’accertamento e i casi possibili è stata la Corte di Cassazione con una recente sentenza riportata anche dal Sole 24 Ore.

L’evasione fiscale è il cavallo di battaglia dello staff tecnico al governo ma qualche strumento a disposizione dell’Erario e della politica, deve ancora essere perfezionato.

La Corte di Cassazione, infatti, ha spiegato che se in base all’aggiornamento dei dati dell’Omi, il valore degli immobili cresce ed aumenta anche l’importo dei mutui erogati, non si può partire da questi due indicatori per rettificare il valore di compravendita sull’impresa che vende.

Spieghiamoci meglio. Nel mirino del fisco c’è la sottofatturazione. In pratica venditore ed acquirente possono accordarsi per dichiarare al fisco di aver concluso l’affare ad un prezzo inferiore a quello effettivo, con l’obiettivo di pagare meno tasse.

Chi compra però, deve chiedere un mutuo che rispecchia l’effettiva necessità di contanti. Confrontando i dati sull’importo dei mutui e quelli dei documenti di compravendita, però, non si può essere certi che ci sia stata l’irregolarità. Tutto è descritto nella sentenza numero 3/18/12 del Ctr Lombardia.

L’invito per chi fa accertamenti tributari è quello di non applicare meccanicamente dei processi che potrebbero essere insufficienti per stanare gli evasori.