Mutui, le erogazioni mai così in basso

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A partire da gennaio fino al mese di settembre del 2023, le erogazioni di mutui hanno subito un ribasso pari addirittura al 40% in confronto a quanto è stato registrato nel medesimo mese del 2022. Invece, il quantitativo di finanziamenti ha fatto registrare una diminuzione intorno al 37%.

SI tratta di due percentuali che non coincidono, visto che l’importo medio che si riferisce alle erogazioni è diminuito di qualcosa come 10 mila euro. Dal momento che i prezzi non riescono a scendere in riferimento ai termini nominali, ecco spiegato il motivo per cui ci troviamo di fronte a simili dati. Si tratta di informazioni che derivano da stime di Nomisma, che mettono in perfetta evidenza un quadro di blocco del mercato degli immobili. Se si lasciano per un attimo perdere le stime e si prendono in considerazione i dati ufficiali, nello specifico quelli che sono stati comunicati in via ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate, che in ogni caso risultano aggiornati solamente fino a giugno di quest’anno, altre informazioni piuttosto interessanti si possono rilevare.

Le vendite hanno fatto registrare un calo pari all’incirca a 50 mila unità, ma è chiaro che la perdita è legata a stretto giro di posta con gli acquisti per il mutuo, dal momento che le transazioni per contanti non hanno subito particolari scossoni. Le motivazioni di tale trend sono essenzialmente due. Da una parte c’è chi acquista una seconda casa oppure un immobile come vero e proprio investimento che è solito pagare in contanti. Il secondo aspetto importante da mettere in evidenza è che, nel corso del primo semestre dello scorso anno, i tassi si aggiravano intorno ancora ai minimi storici. Di conseguenza, una parte di coloro che acquistavano era abituata in ogni caso ad accendere un mutuo, per poi effettuare immediatamente il saldo del prezzo, evitando di dismettere investimenti. Al giorno d’oggi, tale pratica, evidentemente, con i tassi saliti in maniera considerevole, è chiaramente in disuso.

La diminuzione che ha ad oggetto le transazioni è evidente e diffusa. È sufficiente dare un’occhiata ai vari dati semestrali. Ad esempio, a Roma è stato registrato un calo di oltre il 16%, mentre a Milano si è arrivati a un -20%, così come a Torino c’è stata una riduzione di oltre 9 punti percentuali, mentre a Napoli ci si è fermati al -6,1%. Si tratta di numeri senz’altro molto negativi, ma che è difficile andare a comparare, in realtà, con quelli del 2022, che sono stati da primato, anche per via dello stimolo di tutte quelle transazioni riprese dopo la sospensione per la pandemia.