Le case italiane sono vecchie

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Il mercato immobiliare italiano è in crisi e qualcuno si chiede perché tanti costruttori ottengono ancora autorizzazioni a costruire se ci sono diversi immobili ancora da vedere, se cioè il patrimonio immobiliare tricolore è pieno di case invendute.

Il fatto è che sono vecchie.

Se si continua a costruire e se sempre più imprese investono nelle case domotiche (che assecondano le esigenze della popolazione che invecchia) e nelle case a risparmio energetico (che guardano al futuro della riduzione delle risorse disponibili per il pianeta), un motivo ci sarà.

L’arcano è stato svelato dall’Ance che ha illustrato al governo le caratteristiche delle unità immobiliari censite nel catasto dello Stivale. Si parla di 59,1 milioni di unità immobiliari di cui il 56% sono abitazioni e pertinenze. 10 milioni d’immobili che fanno parte dell’insieme indicato, sono stati costruiti tra il 1946 e il 1971.

Il che vuol dire che il 36% delle case italiane ha più di 40 anni. La metà di queste unità immobiliari è ubicato nelle maggiori città del Paese e per questo è stato proposto un nuovo piano edilizio che punti alla riqualificazione delle bellezze architettoniche che rischiano il disfacimento e puntano altresì all’efficientamento energetico.

L’efficienza energica, tra l’altro, oggi è uno dei parametri fondamentali nelle valutazioni degli immobili ed è considerato una chiave per definire la quotazione.