“Agevolazioni prima casa”, il programma del Fisco per sovvenzionare i mutui

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Cosa c’entra il Fisco con i mutui? Per molti tale accostamento risulta particolare, ma una proposta recente spiazza gli addetti ai lavori. Si tratta del programma “Agevolazioni prima casa”. Di cosa si tratta? Al momento, chi acquista un’abitazione facendo affidamento su tale sistema realizza un ottimo affare per via della sensibile diminuzione delle imposte ordinarie.


Volendo fare un esempio, chi acquista casa da un privato paga il 2% di imposte di registro e 100 euro di imposte ipotecaria e catastale in misura fissa a fronte del 9% ordinario.

Se la famiglia è cresciuta e avete bisogno di una stanza in più oppure se il nuovo lavoro trovato con tanta fatica è troppo lontano e vi piacerebbe avvicinarvi è possibile ipotizzare l’acquisto di una nuova casa e, udite udite, il fisco potrebbe darvi una mano.Questo beneficio è tuttavia commisurato ad alcune indicazioni da seguire. Quali? Se per esempio si vende prima di cinque anni si devono riversare al fisco la differenza tra quanto dovuto con le imposte ordinarie e quanto pagato in misura ridotta, con sanzioni e interessi.

Ci sono altre varianti da tenere in considerazione. Soprattutto per quanto concerne la vendita. Può capitare che, dopo aver acquistato un appartamento con le agevolazioni prima casa, una grossa spesa imprevista può indurre i proprietari a vendere anzi tempo. Se la vendita avviene prima che siano trascorsi cinque anni dall’acquisto, l’Agenzia delle Entrate riterrà il venditore “decaduto dai benefici prima casa”, pretendendo da lui la differenza delle imposte a suo tempo pagate in meno, condite con sanzioni e interessi.
Per evitare le sanzioni in arrivo dall’amministrazione, il contribuente può dichiarare l’intenzione di non voler acquistare un’altra casa di abitazione prima che sia trascorso un anno dalla rivendita dell’immobile acquistato con le agevolazioni. Facendo richiesta all’ufficio il contribuente può chiedere di pagare la differenza della tassa più gli interessi ma evitando almeno la pesante multa.

Chi si accorge della prassi prevista dalle Entrate solo a cose fatte, potrà ‘godere’ dei vantaggi previsti dal ravvedimento operoso e ottenere la diminuzione delle sanzioni se la violazione non é stata già constatata.

Tuttavia, se oltre alla sanzione il contribuente desidera non corrispondere al fisco l’intero importo, secondo la norma potrà evitare la decadenza acquistando un nuovo immobile da adibire ad abitazione principale. Ma non è tutto. In casi come questo esiste anche un singolare e gradito meccanismo premiale per il contribuente: il credito d’imposta per il riacquisto della prima casa. Il credito d’imposta spetta proprio alle persone che hanno ceduto l’abitazione, che era stata precedentemente acquistata con i benefici per la prima casa sull’imposta di registro e sull’Iva, ed entro un anno dalla vendita acquistano un’altra casa non di lusso che rappresenti prima abitazione.