Mutui 2011, variabile o fisso? Il primo caso

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Tecnocasa ci scommette: nel prossimo anno le compravendite immobiliari torneranno a crescere, seppur di poco, attestandosi tra le 630 e le 650mila (mentre il 2010 si sta chiudendo vicino a quota 620mila unità). Questo significa che potrebbero tornare a crescere anche le richieste di mutuo, dal momento che c’è una porzione comunque significativa di famiglie italiane che all’atto dell’acquisto di un’abitazione di proprietà è “costretta” a far ricorso ad un’iscrizione ipotecaria così da poter ottenere dalle banche i soldi necessari per liquidare il costruttore edile o l’agenzia che si pongono dalla parte dell’offerta. Mutuo vuol dire investimento, ma anche debito; debito vuol dire attenzione a come si sceglie di contrarlo (durata, serietà della controparte, agevolazioni…). Andiamo a vedere insieme se conviene scegliere un finanziamento a tasso variabile o fisso, cominciando dal primo di questi due casi.

Un po’ a sorpresa, l’indice Euribor (che poi è quello su cui si basa il calcolo dell’interesse dei mutui a tasso variabile) è tornato a calare dopo una progressiva, benché lenta, ripresa, non influenzata neppure dalla crisi greca dello scorso aprile: dal 30 marzo (0,635%) all’11 novembre (1,049%) si è evidenziata una crescita dell’Euribor a 3 mesi cui ha fatto seguito una fievole ma pur sempre reale inversione di rotta, tanto che ancora giovedì 23 dicembre è stato fissato all’1,015%. Guardando ai futures, scambiati sul mercato Liffe di Londra, si evince che il valore dovrebbe tornare a salire con il nuovo anno, al punto di riuscire a guadagnare quasi 50 punti base entro il prossimo dicembre.

Analisi a più lungo termine ipotizzano che il pareggio con il valore EuroIRS, rispetto cui vengono indicizzati i mutui a tasso fisso, si avrà nel 2014 (anche se questo, giova ricordarlo, non significa che mutui a tasso fisso e variabile in quel momento avranno lo stesso grado di convenienza). A fronte di una “forbice” di 200 punti tra miglior fisso e un variabile medio, è chiaro che c’è convenienza a scegliere il tasso indicizzato all’Euribor. Però la stima non tiene conto di eventuali peggioramenti del quadro economico e neppure di possibili riprese, che porterebbero la BCE ad elevare il valore del denaro inserendo nel mercato dei mutui una variabile consistente e rapidamente efficace.

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