Maxi risarcimento alla Popolare di Bari: nei guai ex amministratori di Tercas

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368 milioni di euro. Non si tratta certamente di noccioline, ma del maxi risarcimento che i due ex amministratori della Cassa di Risparmio di Teramo devono alla Popolare di Bari. È questo quanto emerge dalla sentenza di primo grado del Tribunale dell’Aquila, che ha dato ragione all’azione di responsabilità che è stata avviata da parte dell’istituto pugliese.

La Popolare di Bari, infatti, aveva subito pesanti conseguenze a bilancio dopo l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Teramo, rilevandola in un momento particolarmente difficile, nel 2013, quando era stata commissariata da parte di Bankitalia e sta attraversando una crisi senza precedenti.

Ebbene, la banca pugliese è riuscita a convincere i giudici del Tribunale dell’Aquila sulla sventura gestione della Tercas da parte dei due ex amministratori, ovvero Antonio Di Matteo e Claudio di Gennaro. E in primo grado il risarcimento è salatissimo, dal momento che il primo dovrà restituire all’istituto creditizio pugliese la bellezza di oltre 192 milioni di euro, mentre per il secondo la cifra si aggira sui 172 milioni di euro.

Un risarcimento davvero senza eguali, destinato ovviamente a creare un precedente importante a livello giurisprudenziale, in modo particolare in riferimento a tutti gli altri crac bancari che sono avvenuti nel corso di questi ultimi anni.

E si tratta, tra l’altro, della prima causa civile contro degli ex banchieri che ha preso il via mediante un’azione di responsabilità e che è giunta finalmente a conclusione. Le irregolarità commesse dai due ex amministratori della Tercas sono state veramente numerose e fin troppo evidenti. In modo particolare, per Di Matteo, direttore generale dal 2005 al 2010, spunta una grave negligenza quando si è trattato di concedere dei fidi, a partire da quelli diretti ai gruppi Isoldi, Di Mario e De Gennaro. Senza dimenticare, però, anche i 10 milioni che sono stati persi con il Gruppo Samorì.