Mutuo, tasso fisso ai minimi storici

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Solo dodici mesi fa scegliere un mutuo a fisso per venti anni alle migliori condizioni del mercato voleva dire pagare 727 euro al mese.

Oggi ne bastano 618: 109 euro di differenza che, proiettati sull’intera durata del finanziamento, significano un minor esborso di oltre 26 mila euro.

Sono numeri come questi che servono a spiegare perché le richieste di prodotti a tasso fisso negli ultimi mesi stiano conoscendo un vero e proprio boom: secondo gli ultimi dati rappresentano i tre quarti delle erogazioni e stanno portando alla crescita complessiva del mercato, perché una discesa così decisa dei fissi ha portato all’aumento di richiesta non solo di nuove erogazioni ma anche di surroghe perché l’operazione ora è interessante anche per chi ha in corso un mutuo indicizzato. A fronte di un lieve incremento del costo ci si mette in sicurezza per il futuro. Le banche oggi possono permettersi tassi così bassi per il costo minimo della raccolta e spingono sul fisso perché chi lo sottoscrive ai livelli attuali ben difficilmente avrà convenienza a surrogare in futuro.

I finanziamenti fissi peraltro devono confrontarsi con i variabili anche loro ai minimi storici: dalla ricognizione di mercato che presentiamo in tabella emerge che l’offerta migliore a 2 anni è addirittura all’1,19%, un livello che per la Svizzera è normale ma che in Italia non si è mai visto. Su un mutuo a 20 anni da 100mila euro significa pagare 468 euro al mese a fronte dei 515 necessari per il finanziamento fisso. I 47 euro di differenza salgono a 50 se si effettua il confronto sul finanziamento trentennale. La forbice tra indicizzato è fisso si è ristretta a un solo punto percentuale, mentre non bisogna tornare molto indietro nel tempo per trovare differenze oltre il 2 per cento.