Mutui casa: la svolta di Obama

Il Presidente degli USA, Barack Obama, ha richiesto ai suoi consiglieri economici di preparare un piano di riforma del mercato dei mutui; un piano tale che venga mantenuto il ruolo del governo federale nel settore della casa. Tale mossa potrebbe però inasprire ulteriormente le divergenze con i repubblicani, che da tempo sono contrari a qualunque ruolo del governo federale all’interno del mercato della casa. Questo perché in tal caso si verrebbe a generare una distorsione del libero mercato. Insomma, dopo la riforma della sanità, a sorpresa bocciata in parte per incostituzionalità, il Presidente Obama ci riprova in base alla convinzione che gli americani che comprano la casa con un mutuo debbano in qualche modo poter far leva su una qualche garanzia statale.

Mutui nel mirino delle Agenzie di rating

Non è solo l’Italia che sta attraversando un periodo di crisi del debito. Nei giorni scorsi ha fatto notizia, facendo crollare i mercati azionari, il declassamento del debito americano. Gli Stati Uniti, per la prima volta nella storia, avendo perso il rating “AAA”, non sono più il Paese più affidabile al mondo, o meglio tra quelli più affidabili; è una sconfitta per l’America, ma soprattutto per il Presidente Obama che probabilmente ha compromesso ogni chance di puntare ad un secondo mandato. Ma questa decisione ha contribuito anche al declassamento, da parte sempre di Standard and Poor’s, di Freddie Mae e Fannie Mac, le due agenzie governative americane che operano nel settore dei mutui, e che sono state salvate dal crac negli anni scorsi, in piena crisi finanziaria, proprio da parte del Governo americano.

Mutui USA: sono “i ricchi” i più insolventi

Un vecchio adagio del giornalismo recita che è un bambino che morde un cane a fare notizia, non il contrario. In effetti, lo “sgub” si ha quando accade qualcosa di stravagante, non certo per quella normalità fatta di belle notizie e di gesti caritatevoli che però, ci si lamenta, “non fanno mai notizia” (e, dopo questa spiegazione, viene quasi da aggiungere un rasserenato “menomale…”). Tutto questo preambolo è necessario per introdurre la stravagante notizia che stiamo per comunicarvi, e che avrebbe potuto andare sotto il titolo di “anche i ricchi piangono”. O almeno, pare che questo sia quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove i più grandi insolventi nel pagamento delle rate del mutuo non sono gli appartenenti alla “middle class” (il ceto medio) e neppure i poveri, bensì i più ricchi e privilegiati.

Mutui Stati Uniti: la quiete dopo la tempesta

“Se gli Stati Uniti hanno un raffreddore, l’Europa sa che dovrà mettersi a letto con l’influenza”. È questa un’opinione, sintetizzata con la brillante frase-spot in oggetto, molto diffusa tra gli economisti. O forse è meglio che parliamo all’imperfetto, quindi “era questa un’opinione…”, perché la recente crisi dell’economia reale nel mondo intero ha visto vacillare gli States più di molti altri. Certo più dell’Europa, che seppur minata da casi di crisi profonda come quello greco (e non citiamo Islanda e Gran Bretagna solo perché non fanno parte a pieno titolo dell’Unione), ha resistito meglio di altri, pur nella consapevolezza che la ripresa sarà più difficile nel Vecchio Continente che altrove. Un dato significativo delle difficoltà degli americani può venire dall’analisi delle insolvenze sui mutui.