L’Imu e il prezzo delle case

Mutuisupermarket è un valido portale per la comparazione dei prodotti bancari. I mutui contratti attraverso questo strumento informatico hanno spesso delle agevolazioni per i mutuatari.

Ma Mutuisupermarket offre anche una visione interessante di come cambia il mercato delle case.

E’ di oggi la notizia che l’Imu, nonostante le complicazioni fiscali legate a questa tassa, potrebbe incidere sul prezzo degli immobili. La fonte di questa “previsione” è il Censis che ha cercato di valutare la decrescita dei costi delle case in funzione della crisi.

Il Censis anche sui mutui

Le stime sulla crescita economica e sulla stagnazione si rincorrono per questo prima di valutare l’effettiva convenienza della stipula di un contratto fisso o variabile è bene considerare delle prospettive più generali e in questo ci aiuta molto il Censis.

Censis e Confcommercio nel 2012 hanno evidenziato un panorama economico e sociale molto poco rassicurante: la fiducia dei consumatori in calo, le possibilità d’acquisto molto ridotte così come anche quelle di risparmio. Al punto che le famiglie del Belpaese non sanno prevedere spese, consumi e ripresa ma sanno che il loro portafoglio sarà alleggerito.

Mutuo acquisto casa: in Italia prezzi inossidabili

Come ben tutti sanno dall’inizio della crisi finanziaria ed economica, iniziata nel 2007, nel nostro Paese le compravendite residenziali si sono ridotte di un quarto, così come a fine 2011 è atteso un calo del 2,8% rispetto al 2010. Nonostante la domanda sia sostanzialmente ferma, i prezzi medi sono rimasti sostanzialmente stabili a livello nazionale, con un accenno alla riduzione dell’1,9% nel 2010. Quindi, in accordo con quanto messo in risalto dal Censis, per il mercato immobiliare, e per chi acquista la casa, magari la prima, e magari con un mutuo, i prezzi di compravendita sembrano essere inossidabili; questo anche perché i prezzi nelle grandi città tendono ora a salire e vanno a compensare i ribassi dei prezzi nelle aree meno appetibili.

Mutui, negli Usa se ne fa a meno; in Italia rate pagate a fatica

Dati su mutui e finanziamenti, quant’è diventato difficile far quadrare il cerchio. Abbiamo parlato ieri della propensione italiana di affidarsi sempre meno alle banche per l’accensione di mutui inerenti all’acquisto di un’abitazione e qualche giorno fa s’è detto dell’inversione di tendenza, da parte degli istituti di credito, nella volontà di aprire alle richieste dei mutuanti: se il 2009 era stato l’anno della diffidenza da parte delle banche, sembra che con l’avvento del 2010 la situazione sia leggermente cambiata.

Più flessibilità: nuova parola d’ordine. Eppure, di fronte al mutato approccio creditizio nei confronti del cliente (soprattutto se privato cittadino e imprenditore di piccole e medie dimensioni) arrivano puntuali altri numeri a raccontare il periodo di ristrettezze che si sta attraversando. Qualche cifra ad attestare la difficoltà economica in cui versano i cittadini di ogni parte del mondo è presto data: la prima viene diffusa dalla  Mortgage Bankers Associations (MBA) e interessa gli Stati Uniti d’America, dove le richieste di mutuo per l’acquisto di un immobile sono diminuite – in una sola settimana, quella appena trascorsa – del 7,3%, toccando i minimi da maggio 1997. Al contempo, sono calati anche la componente dell’indice relativa alle domande di rifinanziamento (-8,9%) e l’indice generale delle richieste di mutui ipotecari (-8,5%).