Mutui Subprime, la truffa di Goldman Sachs: si muove l’Europa

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Preparatevi a vederne delle belle, con la speranza che i panni – veramente – sporchi stesi da Goldman Sachs ad asciugare in tutto il Mondo possano essere in qualche modo rilavati all’interno del settore finanziario senza necessariamente coinvolgere un’economia reale già pesantemente provata dalla prima ondata di scandali, fallimenti, e dalla conseguente crisi che ha segnato il 2009 (sebbene fosse molto ben radicata nel biennio precedente, e anche prima). Dopo essere finito al centro di un’indagine per frode da parte della Sec, il colosso di Wall Street dovrà ora fare i conti con le authority di Gran Bretagna e Germania. La banca avrebbe infatti ingannato gli investitori confezionando e vendendo prodotti derivati legati ai mutui subprime senza comunicare cruciali informazioni.

Sotto accusa sono finiti i Collateralized debt obligations, prodotti strutturati legati ai mutui e considerati da molti una delle cause della crisi del credito assieme ai derivati. Se in America si annuncia massima severità, e i mercati venerdì scorso hanno reagito alla notizia di una possibile influenza in arrivo mettendosi a letto con alcune linee di febbre, l’Europa conta di non essere da meno: il premier britannico Gordon Brown ha promesso “un’indagine speciale” sulle attività britanniche di Goldman Sachs, dicendosi scioccato per “la bancarotta morale” delle banche di investimento; anche la Germania è pronta ad avviare azioni legali, avverte il portavoce di Berlino, Ulrich Wilhelm, mentre la Bafin (la Consob tedesca) sta per chiedere informazioni più dettagliate agli Usa; infine Royal Bank of Scotland è pronta ad avviare una causa legale nei confronti di Goldman dopo la scoperta di aver investito 841 milioni in mutui tossici.

Resta peraltro da chiarire il ruolo avuto da Goldman Sachs nel trading con la Grecia su credit default swap (c’è anche un’indagine dell’Unione europea in corso in materia) e pure quanta parte il colosso Usa abbia avuto nel controverso salvataggio di Aig. Se non altro, il recente scandalo sta rafforzando la posizione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che chiede al congresso di approvare quanto prima una riforma del mercato finanziario in grado di proteggere i contribuenti da nuovi fallimenti e portare alla luce i mercati ombra dei derivati.

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